Ikigai
Ikigai 生き甲斐, è una parola giapponese dalla difficile traduzione, letteralmente significa: “quello per cui una persona vive, la propria ragione d’essere, il senso della vita, lo scopo della propria vita”.
Etimologia di Ikigai.
La parola Ikigai è composta da due kanji principali: 生き + 甲斐
生き “iki” è coniugazione del verbo 生く “iku” e significa: vita, genuino, nascita.
甲斐 “kai” significa: effetto, risultato, uso, di valore, essere utile, servire.
“Kai” è composto a sua volta da 甲 “kan” = armatura, prima classe + 斐 “i” = bellissimo, con un disegno.
Dall’unione di questi significati abbiamo Ikigai: ciò che da valore alla vita.
Significato della parola.
Ikigai vuol dire trovare il senso della propria vita, il proprio scopo, essere motivato in quello che facciamo ogni giorno. È quel senso di soddisfazione e completezza che abbiamo quando facciamo determinate attività.
Tutti abbiamo il nostro personalissimo ikigai, trovarlo dovrebbe essere scopo primario della nostra stessa esistenza. Ricercare il proprio ikigai è un processo lungo, una ricerca interiore difficile, che richiede pazienza, conoscenza di sé e uno sguardo di amorevole gentilezza verso se stesso. Inoltre il nostro ikigai può non essere fisso, come muta la consapevolezza di noi stessi approfondendo la nostra conoscenza, come cambiamo in base alle esperienze ed ai momenti della vita, così può cambiare il nostro ikigai nel tempo.
Non è qualcosa che può essere individuato in 5 minuti, ma intanto in 5 minuti puoi iniziare a lavorarci su!
Solitamente ci si affida al famoso diagramma ad insiemi che aiuta la visualizzazione di cosa significhi ikigai.
Il diagramma dell’Ikigai.
- Ciò che amiamo fare.
Sembra facile, vero? Assolutamente no! Già questo è un passaggio molto lungo e complesso.
Vi consiglio un esercizio: con carta e penna, perché la scrittura a mano aiuta ad entrare nel flow e permette ai pensieri e ai ricordi di filtrare dalla mente alla mano bypassando la parte della coscienza selettiva e giudicante, e dividete la vostra vita in settori: prima infanzia, scuole elementari, adolescenza (scuole medie/superiori), prima età adulta (università), età adulta (prima di vivere da soli e dopo, dopo l’inizio di una convivenza, dopo la nascita di un figlio, etc). Fatt…ehm… Scrivete per ogni settore almeno una pagina di cose che vi piaceva fare in quel periodo, che vi rendevano felici mentre le facevate, che vi permettevano di scivolare nel flow, quella sensazione per cui il tempo non esiste più, niente esiste più se non quello che state facendo.
Quando avete finito mettete via gli scritti e non guardateli più. E allora cosa cavolo ho scritto a fare?!?! Pazienza. Lasciateli lì. Prendeteli dopo una settimana, rileggeteli e sottolineate le parole che ricorrono, quelle che vi colpiscono di più, che vi fanno sorridere anche solo leggendole.
Poi trascrivete queste parole, ecco, qua ci sono grandissimi indizi su quello che amate fare, e quindi su quale possa essere la base del vostro ikigai.
Consiglio: non fermatevi alle parole, cercate di vederle nel loro insieme di significato.
[Nel mio caso erano ricorrenti concetti legati al viaggio, ai racconti, alle lingue straniere, alla comunicazione] - Ciò che siamo bravi a fare.
Non tanto per dote naturale, ma perché vi dedichiamo energie e impegno, perché passarci sopra ore non ci pesa ed è allo stesso tempo qualcosa che gli altri ci riconoscono come capacità.
[Nel mio caso scrivere, narrare di viaggi e avventure dentro l’animo umano e fuori, raccontare di sentimenti archetipi, fare da ponte tra le persone e tra le sensazioni.] - Ciò di cui il mondo ha bisogno.
Ecco, questo inizia a essere difficile. Non possiamo pensare di vivere il nostro ikigai senza rapportarci al mondo esterno. Cosa possiamo dare noi al mondo? Qual è l’apporto positivo che possiamo donare? Qual è la cosa, anche piccola, piccolissima, che facciamo e che rende il mondo un posto migliore?
[Nel mio caso, creo bellezza, creo mementi di vita e esperienze, dono vita a oggetti con anime ricche di parole e sentimenti archetipi, intreccio ancore per ricordi legati a gioie ma anche a dolori. ] - Ciò per cui possiamo essere pagati.
Questo punto è particolarmente insidioso perché siamo abituati a vedere l’essere pagati come qualcosa di brutto, i soldi sono una brutta cosa, se vuoi essere pagato sei una brutta perZona, se fai qualcosa che ami dovresti essere felice così e vivere d’aria, ammmmmore e llluce, etc etc E invece no. Perché la stabilità economica concorre alla sicurezza emotiva. Quindi essere pagati per quello che facciamo, per noi, per gli altri e per il mondo è un sacrosanto diritto di tutti. Sta a noi capire se quello che amiamo, che siamo bravi a fare e che gli altri ci riconoscono e che porta un valore aggiunto al mondo possa rientrare in un lavoro “standard” o richieda una struttura nuova.
[Nel mio caso potevo decidere di scrivere, perchè no? Oppure continuare a percorre la strada dell’interprete, traduttrice e/o insegnante di lingua o prendere una strada del tutto diversa. Ho deciso di far confluire tutto quello che amo e che sono brava a fare (scrivere, conoscere lingue straniere, approfondire l’animo umano, condividere pezzi della mia vita, intrecciare fili di metallo, etc ) in questo: in Nekojewels. Ho fatto bene, no? :p ]
Il vostro ikigai sarà un mix di passione, professione, vocazione e missione.
Inizialmente vi troverete con molti possibili ikigai. Perfetto.
Inseriteli ognuno in un diagramma, non scartatene a priori nessuno. Per ognuno create un percorso secondo le cinque fasi che portano a vivere secondo il proprio ikigai. Vi vedo fare gli occhi da uovo sodo ed esclamare: ma ci vuole una vita! Spesso una vita non basta, in realtà è proprio questo la vita, una continua caccia al tesoro.
I 5 passi dell’ikigai.
- Iniziare in piccolo.
Un passo dopo l’altro, migliorare ogni giorno in quello che è il nostro ikigai. Avere la fretta e l’arroganza di voler essere subito perfetti porta solo frustrazione, rabbia, senso di inadeguatezza. Dividete il vostro super mega ikigai finale in piccoli traguardi da raggiungere uno alla volta, da assaporare un passo dopo l’altro. - Dimenticarsi di sé.
Legato all’essere nel qui ed ora, dimenticarsi del sé vuol dire vivere nel flow, nel flusso creativo, calarsi in prima persona nel proprio ikigai, riuscire a rendere lo “sforzo del fare” la nostra prima fonte di felicità. Suonare anche se nessuno ascolta, scrivere qualcosa che nessuno leggerà. - Armonia e sostenibilità.
Nella filosofia di vita giapponese l’uomo è parte della natura, serve equilibrio interiore per essere in equilibrio con il mondo e con chi ci vive accanto. Nella situazione mondiale attuale questo concetto acquisisce un significato essenziale, non abbiamo più tempo per far finta che sia il mondo di qualcun altro, cosa in cui noi occidentali siamo sempre stati fin troppo bravi. - Gioia per le piccole cose.
La meraviglia delle piccole cose che accadono ogni giorno è ciò che rende ogni giornata unica, le piccole cose che rendono felici, che ci fanno sorridere. - Essere nel qui ed ora.
La famosa mindfulness tanto di moda negli ultimi anni anche in occidente. Lascia andare i rimpianti per il passato, non ascoltare le ansie e le frustrazioni che la tua mente vede per il futuro. Vivi qui, ora. Vivi il tuo corpo e le sue sensazioni, vivi ciò che ti circonda, guarda veramente oggetti e persone, infine impara a vederti dall’esterno, osserva le tue reazioni emotive, assaporare e lasciale andare.
Colloca il tuo ikigai in questi cinque passi, ascoltati, sii flessibile e cerca di cogliere le sfumature. Aggiusta la rotta del tuo ikigai ogni volta che ne senti la necessità. A volte potrai sentire la necessità di fare cambiamenti radicali nella tua vita a fronte di una cambio di sfumatura del tuo ikigai. Altre volte, anche con un cambio di rotta di ikigai completo ti renderai conto che basta svolgere lo stesso lavoro di sempre solo cambiando punto di vista, con un’ottica e una intenzionalità diversa.
L’importante è che tu ti diverta sempre, buona caccia al tesoro!
Se vuoi provare a trovare il tuo ikigai aiutato da un percorso un po’ strutturato (noi occidentali abbiamo bisogno di essere presi per mano ed essere guidati) ti consiglio il libro “Ikigai” di Bettina Lemke.
Sai che ho realizzato una creazione chiamata “Ikigai” e dedicata a questa parola per la collezione “Kotoba”? La puoi trovare nello shop.
Se invece vuoi che realizziamo insieme un medaglione dedicato al tuo personalissimo Ikigai, memento e àncora nel perseguire lo scopo della tua vita, contattami! Sono qui per te.

